Traffic seconda serata
Incredibile, ma vero.
Finalmente dopo giorni tragicamente intensi e inopportunamente spesi per altre attività che non fanno parte del mondo dei blogger, mi accingo a raccontare della seconda serata del Traffc Festival. La serata che più ha colpito, che più ha segnato la città, a detta di molti e del sottoscritto, che più a sfiorato un che di storico.
Il tutto inizia con i danesi Who Made Who, un gruppo di apparenti consumatori di droghe di una volta, che suonano un rock nuova new wave anni 80 dancereccio. Purtroppo arrivo a concerto dannatamente iniziato, ma nonstante ciò riesco ad ascoltare la cover di Benni Benassi, Satisfaction, nota ai più anche nell'underground torinese, eseguita secondo il loro stile.
Il clima attorno inizia a diventare elettrico e tipicamente festivalesco, con casse di birra in giro, gente alticcia a petto nudo, cellulari che squillano e così via...
È ancora chiaro attorno ai prati del parco della Pellerina quando comincia il gruppo seguente, gli LCD Soundsystem, direttamente dalla Grande Mela. In tanti quel caldo 12 luglio erano lì per loro; anzi io addirittura mi consideravo più lì per loro che i due ragazzi (ragazzi? umani? bha!)francesi.
Con due album in studio all'attivo, i ragazzi impressionano letteralmente: i musicisti dei mostri di ritmica e velocità, suonano tutto e fanno a pezzi tutti rigorosamente senza metronomo!! E si tratta di un funk dance con la cassa spesso sui quarti e il ritmo tzu tzu pa tss tsz pa zzs zzs pa (infatti tanto di cappello al batterista, ammirevole, anche per l'abbigliamento: pantaloncini corti giallo-canarino e t-shirt grigio-pigiama). E lui? Il cantante?...Atrettanto lodevole: canta col microfono attaccato alla bocca e sul finale contribuisce anche dando una mano con le percussioni, in particolare scatenandosi sulla song Yeah. Proprio con questa canzone sorge un piccolo contrattempo o problema tecnico tale che, in modo quasi surreale, tutto il gruppo per un attimo continua a suonare ma nessun suono s'ode. Poco importa perchè, dopo poco, tutto può finire in modo canonico. Tanti complimenti anche alla tastierista nipponica e al chitarrista/bassista-rompicordabassa.
Ormai la folla del festival era enorme, non ci si muoveva quasi più, tutti aspettanti gli headliners della seconda serata del Traffic. Sul palco un tendone nero compre i preparativi di quello che sarà uno degli spettacoli più alienanti e psichedelici, da me mai visti (forse solo il live dei Tool a Torino dello scorso autunno può competervi). Una base musicale piuttosto sc***ionante rende snervante l'attesa. Poi i Daft Punk, tutto comincia. Unico. È un mischiarsi di suoni, rumori surreali che a tratti ricordano astronavi di altri mondi in partenza o semplicemente in movimento. I due alieni si trovano nel mezzo di una piramide luminosa, mentre tutto intorno a loro una rete di led attraversati da luci multicolore a tempo di beat.
Ricordo che hanno cominciato con Robot Rock ed hanno eseguito la maggior parte dei pezzi dell'album Human After All, oltre ai classici One More Time e Around The World. Poi non ricordo. Se qualcuno ricorda di più può darmi gentilmente una mano. Il finale è mozzafiato con loro che si muovono nel mezzo di quella piramide: tutto buio e le loro sagome bordate di un rosso acceso.
Certo la serata è esplosiva e la gente attorno se ne rende conto: anche troppo forse...
Dopo il classico bis, gli occhi luccicanti dalle luci (e dalla tediosa stanchezza), la massa si sposta lentamente verso le auto. Me compreso.
1 commento:
mi sembrerebbe proprio il caso di aggiornare 'sto blog, non pensa?
saluti.
Prof. Carcillo
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